Culto

LE FESTIVITA’ DI SANTA CRISTINA DI SEPINO

Le origini del culto verso S. Crstina hanno radici antichissime. Già dal IV secolo a Bolsena veniva venerata la tomba della Martire. Da qui, in tempi e circostanze diverse, il culto della Santa si è propagato in tutto il mondo: Europa, Asia, America Latina. Solamente in Italia si possono contare oltre ottanta località ove viene venerata la Martire Cristina.

Bolsena e Sepino sono storicamente unite nella venerazione della Santa. Recentemente, l’8 gennaio 1995, le due cittadine hanno sottoscritto un atto di gemellaggio. A Sepino le secolari tradizioni di culto sono numerose, coprono l’arco dell’intero anno e sono scandite dal volgere delle stagioni e dal ritmo della vita contadina.

GENNAIO: LA NOTTE DELLE CAMPANE 

6 gennaio, festa della invenzione del corpo della Santa, si commemora l’arrivo delle spoglie a Sepino. L’avvio delle festività viene data dal suono delle campane alle ore 12 del giorno 5. Sin dal primo rintocco si sospende qualsiasi attività lavorativa o domestica, per devozione verso la Santa.

9 e 10 gennaio, la festa della traslazione, a ricordo dell’ingresso delle reliquie della Santa nella chiesa. E’ la festa più cara ai Sepinesi, quella più pregna di significati. La festa ha un preambolo già nella sera del giorno otto. Tutti i capi famiglia si riuniscono per la Crianzola (gesto di gentilezza e riguardo),  originariamente una riunione dei capifamiglia, nella quale i produttori offrivano un assaggio del vino nuovo. Questa tradizione con il passare del tempo ha iniziato a subire alcune modifiche, infatti da diversi anni è aperta a tutti gli uomini del paese e si suole incontrarsi presso le terme Tre Fontane.  

Il giorno 9, appena suona il vespro, presso il Comune, l’Amministrazione offre alle Verginelle (bimbe vestite di bianco, con una coroncina di fiori in testa) il tipico cartoccio (pacco dono con dolciumi) ed una candela che viene offerta dalle bimbe stesse alla Santa.

Il suono delle campane si ripete ogni 15 minuti circa, per chiamare i cittadini a raccolta. Dopo la quarta suonata, il Sindaco, accompagnato dalle autorità, dagli amministratori e da parte del popolo, si reca in chiesa preceduto dalla bandiera e dal gonfalone. Tutti recano in mano una candela da offrire alla Santa. La cerimonia si svolge secondo un rituale antico. Le verginelle sono poste in prima fila ai piedi della altare; il Sindaco pronuncia un discorso consuntivo dell’anno trascorso e di auspici per quello nuovo; insieme all’Amministrazione Comunale offre in dono, alla Santa, oro, incenso e mirra.

Terminata la funzione religiosa, nella sacrestia avviene il sorteggio delle campane. Durante tutta la nottata tra il 9 e il 10, le campane vengono suonate manualmente dai fedeli, rigorosamente secondo i turni sorteggiati. Anticamente le squadre per ogni turno erano formate da fedeli dello stesso rione o contrada. Il sorteggio stabilisce anche chi, in occasione delle quattro processioni annuali, avrà l’onore di portare la statua della Santa o il baldacchino.

E’ questa una notte dal sapore surreale, densa di fascino e di gioiosa religiosità popolare e il suono dolce e ovattato ha la forza di evocare ricordi profondi e nostalgie, legare insieme passato e presente, vicini e lontani. Quest’atmosfera mistica richiama al ricordo e alla venerazione della Santa Patrona.

Il 10 gennaio è festa grande ed è chiamata “intratio”. Si ricorda la traslazione del corpo della Santa dall’ospizio di S. Nicola alla chiesa del Ss.mo Salvatore e il suo patrocinio sulla comunità.  In questo giorno, numerosi cittadini e forestieri affollano i confessionali, per disporsi alla comunione in onore della Santa ed anche per lucrare l’indulgenza parziale concessa da Papa Clemente XII. Dopo la celebrazione eucaristica segue la processione fino al rione Canala, seguendo uno dei leggendari percorsi intrapresi dai due pellegrini che portarono le reliquie di S. Cristina.

La prima domenica di maggio, con la natura che esplode nella sua vivacità e bellezza, la tradizione vuole la solenne celebrazione in chiesa e la processione. E’ la festività primaverile propiziatoria per la fecondità della terra. Secondo la convenzione stipulata nell’anno 1609 da Francesco Carafa, Signore di Sepino, con il clero locale, il Signore finanziò la costruzione del “Tesoro”, cappella in cui è custodita la statua della Santa, e il clero  fu obbligato ogni prima domenica di maggio a fare una processione. Ed è questa la processione più lunga di tutto l’anno che attraversa tutto il paese. Un tempo i ragazzi accompagnavano S. Cristina con un continuo suono di campanelli. Vengono portati in processione anche tutti i busti reliquiario custoditi nel Tesoro.  A località Colle, le statue vengono cosparse di petali profumati: “la sciurata a li santi” .

Il 24 luglio si ricorda il martirio di S. Cristina. Sepino si riempie di cittadini residenti all’estero, di pellegrini, di bancarelle. In ogni angolo si assapora la festa. La chiesa si riempie fino all’inverosimile, si prega con devozione e raccoglimento. Alle ore 11, inizia la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Campobasso – Bojano, con il parroco, i frati e altri sacerdoti. Al termine ha inizio la solenne processione che giunge fino al largo S. Nicola dove, secondo la tradizione, erano ospitati i pellegrini che portarono le reliquie. Le due bande musicali attendono con impazienza e appena la statua varca la porta della chiesa, campane e musica, preghiera e canti si intrecciano a dare onore alla Patrona che passa benedicente in mezzo alla sua gente, al paese per il quale chiede favori e grazie. Dopo la Messa vespertina c’è un momento di tradizione e di folklore.

Le due bande musicali provenienti da punti diversi si incontrano nella piazza e danno il via al “concertone” : tutti gli elementi delle due bande suonano insieme lo stesso motivo. La folla si accalca e applaude. Dalla Casa Comunale, il sindaco, le autorità, l’amministrazione, seguiti dal popolo e preceduti dalle bande, portano la corona al monumento dei caduti. In un attimo l’intera piazza ammutolisce, si sente dall’alto il suono della tromba, il silenzio incombe su tutti. La corona viene posta davanti al monumento a ricordo dei caduti, la folla applaude e maestoso risuona l’inno nazionale. In momenti così forti nessuno deve essere dimenticato. Il 25 luglio è dedicato agli emigrati. C’è da sottolineare che:  SEPINO VANTA LA PRIMA FESTA DELL’EMIGRANTE DI TUTTA LA REGIONE MOLISE, infatti, nel 1903, il presidente del Comitato Feste decise di prolungare la festa di Santa Cristina di un altro giorno (25 luglio), dedicandolo a tutti cittadini emigrati. In questa giornata c’è il pranzo con gli emigrati che tornano a Sepino per la festa. Nella serata cantanti di un certo livello, ogni anno, si esibiscono nella piazza principale.

Il tempo scorre inesorabile e la prima domenica di ottobre S. Cristina è ancora in mezzo al suo popolo, che processionalmente conduce la sua statua fino alla località Lama, per ringraziarla della fecondità della terra e per l’abbondanza dei raccolti, prima che sulla valle giunga la brina e sui monti la neve.